Inverno, tempo del silenzio. Ce lo ricorda la neve, arrivata in questi giorni fino a bassa quota in diverse regioni, “silenziosa e lieve” come imparavamo a memoria alle elementari alla fine degli anni Sessanta. Erano parole di una poesia di Ada Negri, qualcuna di voi della mia generazione se la ricorda?
Candore che illumina il crepuscolo nelle giornate più corte dell’anno e già ci tiene compagnia il pensiero che fra poche settimane, dopo il solstizio d’inverno, guadagneremo via via minuti di luce. Come dire che nel buio più fitto la luce c’è già e così il contrario nella danza delle polarità che regolano i ritmi naturali. E proprio questa polarità di buio e luce viene raccontata nei miti dei popoli nordici e tramandata dal più recente cristianesimo attraverso quattro figure femminili a rappresentare la luce che rischiara il tempo di Avvento: Barbara, Lucia, Ottilia e Maria alle quali si aggiunge Nicola.
Alle più chiacchierine fra noi a scuola intimavano a fare silenzio, ma stare in silenzio e stare nel silenzio non sono proprio sinonimi. Si può stare in silenzio con la mente che gira come le pale di un’elica creando un brusio di fondo che ci distrae e disturba oppure stare nel silenzio lasciando andare ogni pensiero e riportando ogni volta la mente ad una quiete silenziosa. Ed è così che possiamo creare intimità con noi stesse nutrendo il nostro personale potere per il bene proprio e del mondo. Nel silenzio il seme viene fecondato e trae nutrimento dalla terra fino a germogliare a primavera. Nel silenzio custodiamo i sogni che arrivano dalla nostra profondità.
Qual è il potere che senti di avere oggi nel silenzio della stagione invernale? Quale il sogno da coltivare? Se non ne hai la più pallida idea, se non ci hai mai pensato, prova ad ascoltare che cosa ti dicono in proposito le tue mestruazioni. O la tua menopausa. Dal punto di vista energetico la fase mestruale corrisponde infatti all’energia dell’inverno. Come la linfa negli alberi scende in profondità fino alle radici così la nostra energia invernale prosegue il movimento interiore di introspezione iniziato in autunno fino ad arrivare nella profondità di noi stesse dove ci rigeneriamo coltivando ciò che siamo e nello stesso tempo il nostro potenziale. Energia introspettiva e quieta come quella della fase mestruale e della menopausa. Energia che ci riporta al cuore delle cose.
Ma come si fa a scendere in profondità prese nel vortice di un ritmo sociale che non rallenta di certo perché una donna ha le mestruazioni?
Chiediamoci innanzitutto di che cosa abbiamo bisogno in queste giornate invernali. Sembra un’ovvietà, ma i nostri bisogni finiscono sempre in fondo alla lista, non è così? E poi ricordiamoci di un gesto che ci nutre in profondità: mani aperte sulla pancia, la sinistra sopra la destra, restiamo qualche minuto in ascolto del respiro così com’è. Immaginiamo il nostro grembo come un rifugio e portiamo lì la mente con tutti i suoi pensieri. Gentilmente osserviamoli senza alcun giudizio. Osserviamo le emozioni corrispondenti. Sperimentiamo la morbidezza dell’osservazione senza giudizio che forse non ci è mai stata insegnata. Non è un ennesimo dovere, se proviamo a donarcela, se lo facciamo spesso, a poco a poco attingeremo volentieri all’energia dell’inverno per trovare momenti di quiete anche nel vortice delle cose da fare. Momenti in cui ritrovarsi, in cui trovare un gesto gentile nei confronti di noi stesse. Un gesto di pace. Finalmente…