Ho avviato una ricerca coinvolgendo un centinaio di donne fra i 48 e i 60 anni che vivono in diversi paesi europei. Argomento la menopausa dal punto di vista emotivo e culturale. Ho chiesto, cioè, quali emozioni ha suscitato in loro la menopausa, a quali parole associano il termine “menopausa” e in quale modo pensano che cultura e società influenzino questo periodo.
Fra coloro che mi hanno risposto, alcune si sono dichiarate non interessate all’argomento, altre mi hanno elencato i controlli medici ai quali sono regolarmente chiamate a sottoporsi, altre ancora hanno esultato per la fine delle mestruazioni e conseguente paura di gravidanza indesiderata. Per molte di loro le mestruazioni sono state vissute come una seccatura e quindi nessuna ha parlato di perdita e relativo scombussolamento. Unica nota dolente le vampate, queste sì, molto frequenti a tal punto che averle sembra la norma.
Alcune pensano che la menopausa sia tuttora un tabù, altre non si pongono il problema, altre ancora evitano di parlarne.
Quello che mi ha sorpreso è che pur appartenendo alla medesima zona geografica – l’Europa – non tutte le culture usano la parola menopausa. In Cecoslovacchia si usa “přechod” che significa “transizione”, “attraversamento” proprio come in Giappone dove il termine è “konenki” con lo stesso significato. La questione è interessante perché le parole generano abitudine a pensarla in un certo modo e cioè cultura.
Ma torniamo alle risposte delle donne a cui ho scritto. Finora due soltanto mi hanno dato una versione diversa da quella più gettonata.
Susy abita nella sud dell’Irlanda del Sud (scusate il gioco di parole). Mi racconta di vivere in un luogo dove si percepisce una particolare energia che favorisce la sensazione di connessione con il tutto e di conseguenza molte persone, lei compresa, vivono in modo olistico.
Secondo questo approccio – che considera la persona nella sua totalità di corpo, mente, psiche e spirito – la menopausa è “a journey of empowerment” un viaggio verso l’acquisizione del potere personale inteso come capacità di visione e saggezza. Anche per lei è un piacere non avere più sbalzi d’umore e dolore mestruale, ma non è solo questo. Per Susy il periodo della menopausa è una ri-scoperta di sé come persona capace di raggiungere un buon equilibrio psicosomatico e in questo equilibrio godere di un’energia nuova a disposizione.
Ana vive in Spagna ed ha passato la menopausa senza i cosiddetti sintomi tipici. Anche lei segue il suo cammino di evoluzione interiore e ha quindi una visione olistica, appresa negli anni e trasformata in stile di vita, secondo la quale l’ascolto di sé è basilare.
Soltanto due (finora) sono pochissime, ma sufficienti per confermarmi che il problema non è la menopausa in sé, ma la cultura di appartenenza. Il suo pensiero preconfezionato, parziale e oppositivo, ignaro di “nuovi” significati che pure ci sono.
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