ciclicità, pensiero circolare

Come il sole al solstizio

Due settimane al solstizio d’inverno. Due settimane e per tre giorni il sole resterà “fermo”: una volta raggiunto il punto più basso dell’orizzonte, cioè la massima distanza dall’equatore, lì starà per tre giorni.
Alla ripresa del suo viaggio festeggeremo il ritorno della luce, il Natale dei cristiani. Indietro nel tempo, antiche popolazioni celebravano già la rinascita del Sole. Della natura sapevano leggere i segni come nessuno mai e consideravano i cicli dell’universo una mappa preziosa per comprendere la vita.
Celebrare la luce nel momento più buio dell’anno, così come ricordare il ritorno del buio al solstizio d’estate, ha infatti un senso profondo. Non possiamo tenerli separati. Nel buio più fitto la luce c’è già e così il contrario nella danza delle polarità che regolano i ritmi naturali.

Per molte persone non sono giorni facili. Il buio non fa paura soltanto ai bambini e la cultura che respiriamo lo contrappone alla luce in una dualità conflittuale che porta con sé il giudizio: la luce è meglio delle tenebre, più piacevole, più divertente, la luce ci distrae dal rimuginìo (davvero?). In una logica circolare, quella che sottende ai cicli dell’universo, il giudizio non sussiste. Sono entrambe necessarie e se il buio può fare paura per diversi motivi, è pur vero che la vita nasce nel buio del grembo, nelle profondità della terra, nel silenzio profondo di una mente sgombra dal rimuginìo che genera una nuova idea a cui dare forma. E va custodita come tutto ciò che è abbozzato. L’attenzione va direzionata lì. È un ritorno a sé, un so-stare con noi stesse che è innanzitutto la gentilezza dell’osservazione senza giudizio di ciò che ci attraversa. Non un ennesimo dovere, semmai la possibilità di attingere all’energia dell’inverno per trovare momenti di quiete anche nel vortice delle cose da fare. Energia che corrisponde all’energia della fase mestruale, della menopausa, della mezzanotte, della pausa prima di ogni inspiro.
Momenti in cui ritrovarsi dentro quel buio silenzioso dal quale siamo continuamente distratte. Momenti indispensabili di trasformazione che ci riportano al cuore delle cose. E a brillare di luce propria.

4 pensieri su “Come il sole al solstizio”

      1. Grazie, Annalisa. Preciso solo una cosa: sono un uomo, ma interessato ai “processi” femminili. 🙂

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