conosci te stessa, pensiero circolare

La scoperta della lettera E

Oggi ho scoperto la E. L’ho pronunciata ascoltando quale energia muoveva dentro di me e mi si è aperto un sorriso. L’ho detta con intenzione dopo una sfilza di “ma” che frammentavano il mio pensiero senza che me ne accorgessi.

«Prova» mi ha suggerito Patrizia, una collega con la quale faccio supervisione. «Prova e vedrai». Non ha aggiunto altro.
Io ho provato e subito mi sono arrivate tante “e” colorate. Volteggiavano tonde, leggere e leggiadre, tenendo insieme i miei pensieri. Anche quelli più cupi, sì, con i quali imbastisco il mio film interiore, quello che fa tirare i trapezi provati dalla paura. Io che non posso guardare film spaventosi – neppure un thriller, vabbè giusto quelli di Agatha Christie e “La Signora in giallo” che credo non si possano definire propriamente “thriller”- ecco, io tutti i giorni mi proietto una pellicola che è un concentrato di paure. E di “ma”. Il pensiero si frammenta, incomincia a girare in tondo con me dentro. C’è solo quel pensiero e la lunga sfilza di “ma” non si accorcia neppure di uno, anzi piuttosto si allunga. Un tormento. Non lo si può negare perché c’è; fare finta di niente non è di gran sollievo; distrarsi è un sollievo temporaneo. Respiro… certe volte la lunga sfilza molla la presa, certe altre no. Se si allenta, ritorna. Conosce la strada, sa bene quando è il momento di sferrare l’attacco. Non mi molla.

Sì, certo che sono grata alla vita, ma…
ma poi quel pensiero mi disturba,
ma mi toglie energia,
ma non sono sicura di quello che sto facendo,
ma non so se è la scelta giusta,
ma quanta fatica devo sempre fare,
ma perché non riesco a cambiare lo sguardo sulle cose!

Giro in tondo dentro un vortice creato da quel mio solito pensiero di paura. Lui conosce benissimo me, io conosco lui. Non andiamo d’accordo. C’è sempre un “ma” di mezzo che crea avversione, opposizione. La mia paura contro di me, io contro di lei.

Sfodero la mia “e” appena scoperta e… respiro… Arriva il colore e la paura è già un poco più morbida. E
Il pensiero fluisce quando sperimentiamo che non c’è mai soltanto paura. Io sono molto di più della mia paura. Tu anche. Tutti noi siamo molto di più delle proprie paure per quanto giganti possano essere da far tremare il mondo.

La lettera “e” congiunge. Permette di sentire altro. Oltre quel dettaglio su cui mi sono fissata. Oltre c’è il panorama, l’orizzonte, il mondo che siamo, la meraviglia.
Prova anche tu a esprimere ad alta voce un pensiero come “sento la meraviglia, ma ho paura” e ascolta quale energia ti arriva. Poi prova a dire “Ho paura e sento la meraviglia che sono” e stai di nuovo in ascolto…

“Ho paura, sento il caos e la meraviglia che sono”… E sei fuori dal tormento, puoi guardarlo. Fuori dal vortice, dentro te stessa. Tutto con una “e” piccola e potente, u segno grafico nel quale possiamo “vedere” una mamma che chinandosi si fa concava come una culla per abbracciare e rassicurare la sua bambina impaurita…

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