Un Giornata Mondiale della Terra per non darla per scontato. Un po’ come per la madre ché anche la terra è madre e noi da quella prima volta che siamo stati messi al mondo nasciamo più volte nel grembo della vita. Da quella prima volta il respiro diventa il nostro cordone ombelicale con la terra. Camminiamo per il mondo e camminiamo sul nostro sentiero interiore. I maestri dicono che sono uno specchio dell’altro. Se della terra non abbiamo avuto molta cura fin qui, il nostro sentiero interiore come sarà?
Come stiamo davvero dentro città che sono fortini di cemento? Dentro automobili che procedono a sighiozzo lungo tangenziali che stringono i palazzi? Dentro appartamenti pluriaccessoriati che costano cifre folli e per vedere un albero devi fare chilometri (in auto)?
La terra siamo noi. Sofferenti entrambe, in affanno dentro un ritmo innaturale, disumano, scollegati dalla ciclicità che la terra ci offre, scollegati dal nostro stesso ritmo a partire dal respiro veloce come pesci fuor d’acqua.
Ci sentiamo isolati non solo perché siamo dentro fortini di cemento. In cima alla piramide dove arbitrariamente ci siamo messi, illudendoci di averne conquistato la cima, il dominio e lo sfruttamento delle risorse lo consideriamo un diritto. In realtà ha creato in noi una frattura profonda con gli altri esseri viventi, separazione e disarmonia.
Dominare non è una conquista e men che meno un diritto e l’intelligenza del cuore ci indica tutt’altra strada. Il respiro è collaborazione, il pensiero ciclico lo è, la matrice ciclica insita in tutti i cicli dell’universo lo dimostra, la vita ce lo ricorda in ogni istante nel miracolo quotidiano che ciascuno di noi è, nell’alternarsi delle stagioni, per quanto sconvolte, nella possibilità che abbiamo di coltivare il sentiero e onorare la terra, madre e vita.
Il primo passo può essere proprio un respiro, consapevole di essere vivi e volerlo essere ogni giorno di più. Siamo in tante e in tanti a desiderarlo, ad essere scese e scesi da quella cima artefatta; non ci conosciamo forse, non sappiamo l’uno dell’altra. Facciamoci cerchio, chiamiamoci per nome. Per questo ti invito a scrivere che ci sei anche tu, a creare rete come puoi, come vuoi, qui nei commenti o sulla pagina Facebook del Ciclo dei Desideri.
Ti aspetto e ti abbraccio.