ciclicità, conosci te stessa

La selvatichezza, un valore

Attimi o giornate intere che sanno di infinito e sono cosa concreta.

Quando vivo la mia selvatichezza, così profondamente intima, ho la percezione immediata che sia vera. Una sorta di umile innamoramento per la vita e per me stessa.
Nella mia selvatichezza mi riconosco. Riconosco la bambina che sono stata, quell’intima gioia che provavo in ogni stagione e “sapevo” mia.

La selvatichezza non ha età. Sfugge alle etichette. L’ansia non ci entra, i doveri neppure, non ci sono perché. Mente e cuore si aprono alla possibilità di continuare a realizzare te stessa, credere ai tuoi sogni, coltivare la tua unicità.

Non sorprende che dentro la società dell’omologazione, roccaforte del controllo, la selvatichezza non sia considerata un valore, non una risorsa come fosse in antitesi alla civilizzazione. E in effetti questo ci dice il Treccani a partire dalla definizione del comportamento proprio dell’animale selvatico esteso alla scontrosità, intrattabilità e persino misantropia, e al significato letterario di grossolanità e rozzezza.

Dentro questa cornice di parole ci dimentichiamo chi siamo, cresciamo mancanti, in cerca di ciò che abbiamo da sempre e forse lo intuiamo. Le iniziazioni femminili – menarca, ciclo mestruale, gravidanza e menopausa – la selvatichezza la risvegliano. Ci ricordano chi siamo dentro la matrice ciclica che è il respiro dell’universo e il nostro stesso respiro. È la nostra personale impronta e sì che POSSIAMO viverla!

Ci hai mai pensasto? Hai mai avuto delle intuizioni in proposito? Che cosa ti dice il tuo ciclo mestruale a riguardo? O la tua menopausa?  

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